VILLA BIANCA A SEVESO
Il "substrato classico" crea capolavori modernissimi di Antonino Saggio
Giuseppe Terragni
Villa Bianca insisteva su un lotto ampio circa 100 metri di larghezza lungo la strada per 63 metri di profondità, in una lottizzazione extraurbana a Corso Garibaldi 87 nel comune di Seveso. La parte a nord dell’area è stata frazionata e ceduta e oggi la casa insiste su un lotto quasi quadrato, di 60 x 63 metri circa, passando da un lotto originario aperto angolarmente sulla via Sprelunga a un lotto intercluso e trasformando così la percezione, le proporzioni e la spazialità della casa. La collocazione completamente asimmetrica, molto vicina alla strada principale, sbilanciata nell’angolo sud-est nasce da un insieme di caratteristiche tra le quali la visibilità dell’edificio dalla strada. La struttura con muri portanti in cemento armato fa acquisire alla costruzione la sua sostanza di volume solido che sarebbe stata inficiata da un tamponamento dell’ossatura a scheletro. La villa era sollevata su un podio di circa un metro e venti sopra terra. Questa scelta da un lato innalza le viste, dall’altro consente l’inserimento di finestre di aerazione al piano seminterrato dove si trovano lavanderia, garage e alloggio di servizio. L’accesso alla casa, al piano rialzato, avviene attraverso una scala/rampa sul retro. Nella zona servente, disposta al centro, si ha, oltre l’ingresso, la scala che distribuisce l’interrato e il primo piano. Al lato nord-est si sviluppa l’ampia zona giorno con lo studio che si spinge verso l’esterno e, nella zona sud-est, la cucina, una stanza di servizio e il tinello. Al primo piano la scala distribuisce a sinistra, nella zona sud-est, due camere da letto e a destra un’ampia camera da letto con studio o altra camera annessa. Entrambe accedono a una terrazza/patio. Da qui una nuova scala porta al solarium, dove svettano le famose pensiline che giocano non solo il celeberrimo effetto dinamico, ma anche la funzione di frangisole e frangivento.