MEMORIALE DELLA SHOAH NELLA STAZIONE CENTRALE DI MILANO, ITALIA
Un manufatto di archeologia infrastrutturale come luogo di polarizzazione della memoria
Morpurgo De Curtis Architetti Associati
La Stazione Centrale di Milano, inaugurata nel 1931, fu pensata per ospitare, al di sotto del livello pubblico rialzato, un’area di servizio pressoché impercettibile, destinata al carico, scarico e stoccaggio di merci. La porzione centrale di questo piano, destinata ai servizi postali e con un’area di circa 35.000 metri quadri, era occupata da 24 binari paralleli collegati tra loro da traslatori; alcuni monta-vagoni permettevano lo spostamento verticale dei convogli, dai binari del livello superiore verso quelli di servizio e viceversa. Questo ventre meccanizzato e abbandonato è stato trasformato in luogo della memoria, quando RFI-Rete Ferroviaria Italiana ha affidato a Fondazione Memoriale della Shoah di Milano Onlus una porzione di questi spazi. Come Morpurgo e de Curtis sottolineano, “esiste una rete di connessioni implicita che lega per sempre questa architettura-infrastruttura alla geografia delle deportazioni europee.”
La funzionale macchina dell’area di manovra postale, invisibile ed estranea alla vita della città benché a essa strettamente connessa, si trasformò infatti, tra il 1943 e il 1945, in un congegno per la deportazione di ebrei e oppositori politici verso i campi di concentramento.