GREEN BETWEEN. IL PROGETTO PER IL RECUPERO DELL’AREA DI CRESCENZAGO A MILANO
saggio introduttivo
Camillo Botticini
Il progetto per il recupero dell’area di Crescenzago costituisce un’importante occasione di realizzazione di un luogo urbano dove la relazione tra gli spazi costruiti e aperti è il fondamento dell’intervento. In particolare, lo spazio aperto diviene il protagonista di una sostanziale ridefinizione dei caratteri di un luogo abbandonato. L’area oggetto del concorso si colloca in un contesto insediativo caratterizzato da una struttura riconducibile a quella della “periferia storica” del secondo dopoguerra, dove l’edificato residenziale, pur con scale dimensionali diverse, si caratterizza con corpi disposti in sequenza ordinata secondo un modello tipico del Movimento Moderno. Sia a nord che a est dell’area, le parti composte di corpi in linea costituiscono insiemi compatti per i quali il rapporto tra lo spazio edificato e aperto è omogeneo, isotropo, uguale, e ciò che resta tra l’edificato è indistinto e in molti casi abbandonato. Ai volumi residenziali su via Civitavecchia si affiancano i recinti delle attività produttive, in parte dismessi o recuperati, come quelli di RCS, che si configurano come sistemi impermeabili, chiusi, autoriferiti e che definiscono un limite tra l’urbanizzazione marcata dall’asse urbano di via Palmanova con il Parco connesso al fiume Lambro e la tangenziale est. Questo assetto, nonostante le grandi potenzialità qualitative, si è caratterizzato come un insieme urbano in cui emerge un’evidente crisi dal punto di vista insediativo e sociale, per la mancanza di funzioni e spazi condivisi di qualità e per la dismissione delle attività industriali che accentuano la condizione di perifericità del contesto.