In continuità con i precedenti n. 396 e n.403, i progetti selezionati in questo numero della rivista testimoniano la diffusione di pratiche progettuali basate sul principio della stratificazione dei contesti mediante innesti, addizioni, trasformazioni.
Numerosi gli interventi realizzati in diverse città europee che vanno dal più tradizionale riuso o ampliamento di edifici esistenti, a casi di sostituzioni e completamenti all’interno di tessuti urbani consolidati fino ai nuovi interventi che considerano il paesaggio alla stregua di qualunque altra preesistenza ambientale e che lavorano con la stessa abilità e meticolosità del chirurgo. Questo è il caso del Centro per il Canotaggio a Pocinho in Portogallo (30) dove il suolo, costituito da un terreno scosceso, diviene elemento fondante la composizione dei nuovi volumi e parte essenziale degli spazi edificati.
Dovendo recuperare e rifunzionalizzare come museo di arte contemporanea un capannone industriale dismesso, Lacaton&Vassal progettano la nuova sede del FRAC a Dunkerque (48). I noti progettisti francesi ricorrono alla strategia del doppio affiancando al preesistente un nuovo contenitore di dimensioni e proporzioni analoghe e creando un catalizzatore dell’intera area circostante. Il gruppo Villegas Bueno arquitectura interviene con grande sensibilità sul Castello di El real de la Jara a Granada (56), trasformando lo spazio recintato dell’antica fortezza in una nuova piazza pubblica. Esemplare anche l’estensione del Joanneum Museum di Graz (80), dove si privilegia il lavoro su una superficie porosa, uno spessore ipogeo che è contemporaneamente piazza e spazio di connessione del sistema museale. Strategia analoga informa infine il Museo marittimo nazionale e Helsingør in Danimarca (38) del gruppo BIG. Qui il dialogo tra nuova struttura e preesistenza viene affrontato con un originale spazio pubblico, un “bacino urbano” scavato a 8 metri sotto il livello del mare che restituisce ai cittadini un immagine inusuale del più noto castello di Amleto.
INNESTI E DELAMINAZIONI – Pag. 4
Carlo Prati
GRAFTS_ARCHITETTURE PER PAESAGGI IN TRASFORMAZIONE – Pag. 20
Cecilia Anselmi
Le peculiarità e l’identità dello specifico luogo, le caratteristiche e le richieste di un programma inedito costituiscono i principi guida alla base del progetto per il Centro di canottaggio agonistico a Pocinho.
Tenendo conto dell’interazione di questi elementi, si è deciso di strutturare il progetto in tre spazi principali (una zona a uso collettivo, le residenze e il centro di allenamento) reinterpretando due elementi costruttivi tipici dell’architettura del paesaggio del fiume Douro: gli onnipresenti terrazzamenti murati, una forma ricorrente dell’“abitare” questa valle molto scoscesa e i grandi volumi bianchi delle costruzioni che punteggiano il paesaggio, formalmente complessi e volumetricamente diversi.
L’insieme di tutte le scelte di cui sopra ha consentito di coordinare in modo più organizzato i principi di gestione passiva dell’energia dell’edificio.
Situato nella cittadina di Helsingør, il museo è parte di una serie di nuovi interventi inseriti in un programma di trasformazione urbana. Sono stati realizzati, infatti, oltre al Museo di Big, un importante centro culturale e il restauro del Castello, una delle roccaforti rinascimentali più importanti del nord Europa. Nell’originale strategia di intervento e di dialogo tra nuova struttura e preesistenza, lo Studio Big ha tenuto conto delle straordinarie peculiarità del luogo e delle dinamiche di rinnovamento urbano da cui è interessato. Nel dettaglio, il progetto del Museo Marittimo parte dalla scelta di mantenere le vecchie mura del porto realizzate 60 anni fa; le gallerie espositive sono collocate sotto terra e disposte in un percorso continuo esterno che permette ai visitatori di confrontarsi con la scala della costruzione navale, facendo della darsena il centro dell’area espositiva.
I centri FRAC (Fonds Régional d’Art Contemporain) in Francia sono istituzioni regionali che raccolgono collezioni di arte contemporanea conservate, archiviate e presentate al pubblico attraverso mostre realizzate con prestiti da parte di altre gallerie e musei.
Il FRAC della regione Nord della Francia è stato creato, nell’area portuale di Dunkerque, dal riuso e ampliamento di un capannone dismesso, chiamato Halle AP2, esistente all’interno di un cantiere navale non più attivo. Halle AP2 è un oggetto singolare e simbolico e di fatto costituisce l’unico land mark emergente da una sky-line praticamente coincidente con la linea dell’orizzonte, che connota significativamente quest’area vuota e rarefatta del porto di Dunkerque. Il suo volume interno è immenso, luminoso, impressionante e il potenziale, in funzione degli usi, eccezionale.
La riqualificazione della Piazza delle Armi del Castello di El Real de la Jara in Andalusia è un’opera realizzata all’interno del programma di rivalutazione del patrimonio pubblico e storico della regione andalusa, al fine di incrementare il turismo in tutta la zona della Sierra di Aracena. Per la progettazione dell’intervento, due sono stati i fattori principali di configurazione spaziale e materica: il finanziamento ridotto e il rispetto della preesistenza storica. La visione dello studio Villegasbueno della piazza recintata come spazio pubblico diviene fondamento architettonico nella rivalutazione del patrimonio storico come bene comune, all’interno del quale è ancora possibile pensare di svolgere tutte quelle attività di incontro sociale per lo sviluppo del flusso turistico della zona. Una piazza aperta seppur rinchiusa nella cinta medievale delle mura, uno spazio ricontestualizzato, pronto ad ospitare eventi e spettacoli itineranti.
Nel 2004 la Camera di Commercio di Prato ha indetto un concorso di progettazione per la realizzazione della sua nuova sede, invitando i progettisti a fornire un’ipotesi innovativa per la riqualificazione di un imponente immobile del secondo dopoguerra, posto in prossimità del centro cittadino e sede di un importante opificio. Il progetto presentato dallo studio MDU architetti risponde alle richieste in modo esemplare: il massiccio volume preesistente viene eroso e intagliato lungo i lati rendendolo permeabile al suo interno e generando di conseguenza un novello e suggestivo spazio pubblico. Nella corte così definita, insieme alle forme e ai materiali nuovi – lamiera per parte dei rivestimenti e vetro U-GLASS per il ponte aereo che collega le ali più lunghe dell’edificio – nella parte della fabbrica restaurata e lasciata a vista, si ritrova l’identità pratese.
La vecchia struttura ospedaliera, riconvertita nella nuova sede della Provincia di Treviso, era un complesso dei primi del Novecento immerso nel verde di un parco monumentale e articolato in una serie di padiglioni tra loro gerarchizzati, per dimensione e funzioni, e ordinati secondo una griglia regolare di viali rettilinei alberati. Il primo passo compiuto dai progettisti è stata la scelta di conservare l’impianto originario eliminando tutte quelle volumetrie aggiunte successivamente che alteravano la lettura della struttura novecentesca e danneggiavano, di fatto, la corretta operatività della nuova funzione amministrativa. Contemporaneamente, il trasferimento della sede della Provincia richiedeva il reperimento di ulteriori spazi e, conseguentemente, la costruzione di nuovi edifici. La scelta, allora, è stata quella di intervenire dialogando con consapevolezza misurata nei confronti del vecchio complesso ospedaliero.
Istituito nel 1811, l’Universal Museum Joanneum è formato dall’aggregazione di 21 collezioni concentrate in 5 luoghi ed edifici differenti, di cui fanno parte anche la Kunsthaus di Peter Cook e Colin Fournier e lo Schloss Eggenberg, il grande capolavoro del barocco austriaco riconosciuto Patrimonio mondiale dell’Unesco. Nel 2006 il concorso internazionale di progettazione per l’estensione del museo, da realizzarsi nel distretto Joanneum di Graz, un lotto definito da tre edifici a carattere museale di differente periodo e funzione posti in diretta adiacenza tra loro, viene vinto dagli architetti madrileni Fuensanta Nieto ed Enrique Sobejano (in associazione con lo studio eep architekten). La realizzazione termina nel 2011 in occasione del bicentenario della prestigiosa istituzione. Il concept del progetto di estensione consiste in uno spazio collettivo contemporaneamente piazza ed elemento multifunzionale di connessione al preesistente sistema museale.
Dislocato nei Cool Docks, un’area di nuovo sviluppo di Shanghai, il Waterhouse è un hotel di 19 camere, su 4 livelli, costruito all’interno di un edificio di tre piani realizzato negli anni ’30. L’edificio si affaccia sul fiume Huangpu e volge lo sguardo allo skyline di Pudong, fatto dal susseguirsi serrato di grattacieli dalle più disparate fogge e altezze. Il concept di rinnovamento dell’edificio voluto da Neri&Hu per il progetto è basato sul contrasto formale dichiarato tra nuovo e preesistente. L’edificio originario in cemento, dalle dimensioni piuttosto contenute, è stato completamente restaurato attraverso il consolidamento degli elementi strutturali, lasciando però al grezzo la finitura delle pareti, sia esterne che interne, al fine di accentuare in maniera ancora più evidente l’effetto di questo contrasto. La parte dell’edificio in aggiunta al quarto piano rievoca la natura industriale dell’architettura navale propria del luogo.
L’architettura sacra dell’Abbazia di Saint Maurice si inserisce nel contesto della vallata del Canton Vallese. Le numerose ricostruzioni del santuario cattolico confermano l’importanza del sito, della sua localizzazione e della memoria che in questo si è andata costruendo durante i secoli, rinforzata dalla persistenza costante dell’insediamento religioso, riconosciuto come il più antico e importante dell’arco alpino. Proclamata Abbazia cattolica nel 515, è stata più volte interessata da distruzioni dovute alle cause più differenti, dalle invasioni longobarde a diversi terremoti e incendi. Nonostante ciò l’Abbazia, divenuta nel tempo sede monastica, venne puntualmente ricostruita e ampliata. L’intervento dello studio Savioz Fabrizzi Architects torna ad evidenziare il luogo e la sua elezione a postazione di culto, un’opera sintetica da un punto di vista ingegneristico posta a protezione del sito archeologico. La copertura disposta al di sopra dei visitatori è un velo sottile disteso sopra le reliquie della memoria.
ARGOMENTI
– Tra scienza e tecnica. Storia della scuola italiana di Ingegneria – Pag. 96
– Paulo Mendes da Rocha alla Triennale di Milano – Pag. 108
– Costruire in un campo profughi. La proposta di Farestudio in Mauritania – Pag. 112
NOTIZIE – Pag. 116
LIBRI – Pag. 120
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