La nuova recente fortuna delle costruzioni in legno è legata a diversi fattori. Il primo è lo sviluppo delle tecnologie con le quali è oggi possibile realizzare anche strutture complesse e grandi luci, arrivando a traguardi come quello raggiunto dalla Mjøsa Tower, il noto edificio residenziale di 18 piani per 85,4 metri di altezza, realizzato nella cittadina norvegese di Brumunddal. Il secondo è la sostenibilità ambientale dovuta al basso consumo di energia dell’intera filiera produttiva di questo materiale, dall’approvvigionamento allo smaltimento; il terzo si lega a quei cambiamenti culturali che nella contemporaneità hanno portato a prediligere i valori della leggerezza e a maturare una concezione diversa della durata di un edificio, passando dall’idea di permanenza a quella di transitorietà. Tutto questo va considerato insieme alle proprietà sul piano espressivo e simbolico che il legno possiede per la sua predisposizione all’uso nelle costruzioni, aspetto che ne determina una maggiore tenuta nel tempo, buona manutenzione e possibilità di riciclo rispetto, ad esempio, a materiali più nuovi come le plastiche o i metalli. Al legno si associa poi tutta una serie di sensazioni e valori simbolici legati alle origini del costruire e quindi dell’abitare e del rapporto con la natura che altri materiali non sono in grado di evocare. Offrendo insieme queste molteplici caratteristiche, il legno si presenta quindi come un materiale ricco di nuove potenzialità espressive ancora da esplorare.
COSTRUIRE CON IL LEGNO – Pag. 4
Editoriale di Domizia Mandolesi
LE FORME DELLA LEGGEREZZA NELL’ARCHITETTURA CONTEMPORANEA IN LEGNO – Pag. 6
Alessandra Capanna
IL CALORE DEL LEGNO. ABITAZIONI TEMPORANEE, SPAZI COMUNITARI, CASE RIFUGIO – Pag. 14
Leone Spita
MASS TIMBER STRUCTURES. ARCHITETTURE IN LEGNO TRA PASSATO E FUTURO – Pag. 29
Satoru Yamashiro
IL LEGNO STRUTTURALE PER COSTRUIRE SOSTENIBILE. CARATTERISTICHE TECNOLOGICHE DEGLI EDIFICI MULTIPIANO E A GRANDE LUCE – Pag. 40
Diego Ruggeri, Giorgio Bignotti
Un esercito di 4.006 pezzi di legno, generati da un pantografo con l’impiego di avanzati sistemi a controllo numerico computerizzato, danno forma ai 3 alberi-colonne che sostengono l’involucro a esagono irregolare dell’abitazione e testimoniano la forza del legno ingegnerizzato come elemento strutturale. L’esplorazione sistematica e creativa di nuovi processi e soluzioni architettoniche all’intersezione dei campi dell’informatica e della produzione avanzata ha reso possibile la reinterpretazione degli iconici sistemi di staffe in legno che caratterizzano l’architettura lignea dell’estremo Oriente. Per l’esterno sono stati selezionati alcuni materiali comunemente usati nelle aree rurali del Paese, quali pannelli di compensato e policarbonato ondulato. Il materiale traslucido rivela la finitura in compensato all’interno e, in copertura, conferisce una leggerezza all’edificio che contrasta con le case adiacenti e al contempo ricorda i magazzini e le serre presenti nella regione.
La Korkenzieher Haus rappresenta un esempio compiuto di sostenibilità e design moderno. Una scala a chiocciola è il fulcro distributivo e compositivo dell’intera opera. Man mano che si sale si accede alle varie stanze e i pianerottoli assumono la funzione di disimpegno. Dalla distribuzione elicoidale deriva il nome della casa, “casa cavatappi”, che si sviluppa attorno all’asse verticale della scala e si conclude con un lucernario a ventaglio in copertura. L’interesse per la sostenibilità, intesa sia dal punto di vista ambientale che come creazione di un ambiente di vita sano, è l’obiettivo che ha accomunato cliente e progettisti, ma è dalla necessità di realizzare un’abitazione altamente insonorizzata che deriva l’utilizzo del rivestimento, impiegato per le facciate e per la copertura. L’adozione del sughero, scelto per la particolare proprietà fonoassorbente, conferisce alla volumetria stereometrica della casa un aspetto monolitico.
Attraverso il tema del giardino produttivo, il progetto ha lo scopo di proporre un prototipo architettonico che, per mezzo di materiali sostenibili e tecniche costruttive di nuova generazione, sia in grado di combinare l’“immagine” della monumentalità richiesta all’architettura contemporanea con il “fenomeno” della sua momentanea temporalità nel continuo divenire dell’ambiente e della società. Mentre i pannelli di plastica opalina posti in facciata e sul tetto permettono la raccolta dell’acqua piovana e fungono da medium tra il suolo e il progetto che cresce radicandosi al suo interno, il basamento cavo in cemento genera uno “spazio della terra” all’interno del quale la comunità può riunirsi attorno a un “focolare centrale” per consumare i prodotti agricoli teatralmente coltivati, raccolti e conservati appesi alla struttura a telaio di assi composite in legno.
Sulle rive della Senna un nuovo parco ecologico trasforma una landa suburbana in un sistema paesaggistico-culturale. Piccoli edifici che ricordano i fienili, le capanne da pesca, le case galleggianti, sono le figure di ispirazione sia per il museo degli insetti che per l’osservatorio. Il primo comprende cinque elementi realizzati in legno con tetto a falde, incastrati e sovrapposti ad angoli irregolari, il secondo ne impila quattro verticalmente, analoghi per forma, ma con una struttura in acciaio verniciato di bianco. La collezione di padiglioni e piccole “follie” che costituiscono l’edificio espositivo si basa su un sistema modulare in legno, che combina strutture di diverse dimensioni disposte quasi in modo casuale tra di loro. Il metodo di costruzione, con l’uso di strutture prefabbricate assemblate a secco direttamente sul posto, ha permesso l’utilizzo del know-how edilizio delle aziende locali, rientrando in un budget relativamente basso, con brevi tempi di realizzazione.
Un grande tetto in legno definisce lo spazio che l’architetto tailandese Boonserm Premthada ha progettato nella provincia del Surin, situata nel Nord-Est della Tailandia, abitata da diversi gruppi etnici tra cui la minoranza dei Kui. Per questa popolazione la famiglia si compone di umani ed elefanti e tradizionalmente i membri della famiglia vivono sotto lo stesso tetto. Il dato distintivo del progetto è un’accentuata orizzontalità che si interrompe, varia o si intensifica grazie alla capacità compositiva dell’architetto di mettere in comunicazione due piani che sembrano scorrere paralleli: il suolo e la grande copertura. Quest’ultima, realizzata in listelli in legno, presenta un generoso spessore che fa da contrappunto alla quasi totale assenza di enfasi verso gli elementi verticali ed è in grado di generare una forte tensione con il suolo grazie alle bucature che costituiscono colonne di luce e aria sotto alle quali sono poste delle vasche per la piantumazione di alberi che alimenteranno gli animali e saranno oggetto di cure da parte dei Kui.
Odunpazari in turco significa “mercato del legno” ed era lo storico centro dove avveniva il commercio del legname in città, materiale importante per la tradizione edilizia locale e dominante nella costruzione del museo. Il complesso si configura come un’aggregazione di volumi di differenti dimensioni, che riprendono per forma e proporzioni le adiacenti costruzioni. Ogni volume è interamente rivestito da un’orditura di travi lamellari. Occultando la struttura portante in acciaio, tale fodera conferisce a ogni parte un aspetto scatolare di cui il legno appare come unico materiale da costruzione. Il materiale rappresenta in definitiva il leit motiv del progetto, declinato in tutti gli aspetti tecnici e concettuali, dalla scelta del nome al trattamento materico che dona unitarietà e carattere espressivo all’insieme, fino alle soluzioni di dettaglio nell’incastro alle estremità delle travi che si protendono oltre il filo della struttura.
La sala polivalente rappresenta un polo di aggregazione per la comunità, ospitando attività ricreative, manifestazioni di intrattenimento e spettacolo. Il progetto si insedia in un’area verde periferica rispetto al centro urbano ed è stato ispirato dai canoni formali delle costruzioni rurali delle vallate agordine (tabià), caratterizzate da strutture a telaio in legno dotate di elementi obliqui di irrigidimento. Lo schema strutturale si presenta quindi come una sequenza di elementi verticali alternati a puntoni obliqui che ne disegnano la facciata e irrigidiscono la costruzione.
La struttura portante è realizzata in legno lamellare, compresi i pilastri, le travi del tetto e i puntoni di controventamento. Il sistema costruttivo si caratterizza per l’estrema leggerezza e per l’utilizzo di elementi prefabbricati assemblati a secco, quindi con tempi contenuti e precisione delle lavorazioni, eseguite con macchine a controllo numerico. Una struttura leggera, ampia, in grado di riconoscersi in un tetto, o meglio, in una linea di copertura, segno capace di intervenire attivamente nel paesaggio nel quale è inserito.
Il progetto della biblioteca pubblica e archivio storico della città di Baiona rappresenta un luogo pubblico che trasmette un senso di domesticità ai suoi utenti. L’idea nasce dalla volontà di creare un abito su misura in legno per l’antico edificio, un abito che riveste gli interni del corpo architettonico, lasciando quasi inalterato l’esterno.
Il vecchio ospedale Sancti Spiritus ha così riconquistato il suo ruolo originario, diventando una nuova casa per studiosi e lettori ma anche per i turisti. Gli architetti hanno creato una sequenza spaziale che guida il visitatore dagli spazi aperti del tessuto urbano circostante alla condizione più intima offerta dalle sale di lettura. Mentre dall’esterno l’edificio sembra essere rimasto invariato, entrando si è immersi in un ambiente totalmente caratterizzato da una nuova pelle lignea che ringiovanisce l’edificio senza cancellarne la storia, rendendo l’ospedale Sancti Spiritus un luogo confortevole in cui ognuno può trovare il proprio posto.
Il progetto interpreta il sistema pedagogico-educativo contemporaneo realizzando ambienti flessibili, contenuti in un’elegante struttura in legno. Nell’insieme la scuola si presenta come una micro-città, con una successione di patii di pertinenza dei nuclei didattici che fungono da aule all’aperto. La struttura è costruita con un sistema prefabbricato di pannelli massicci multistrato in X-lam, con materie prime di provenienza regionale. Il legno, struttura e finitura, è lasciato a vista e gli studenti beneficiano di un’atmosfera piacevole e calda, ottenuta anche grazie ai criteri di sostenibilità energetica con i quali la scuola è progettata. L’uso dei pannelli in X-lam è particolarmente adatto per l’edilizia scolastica che richiede sistemi costruttivi basati su principi di efficienza ecologica: non solo riduce i tempi di costruzione delle nuove strutture, ma soprattutto quelli necessari per l’adeguamento di edifici esistenti compatibilmente con il breve periodo della chiusura estiva del servizio scolastico.
ARGOMENTI
– Il restauro del Ponte dell’Accademia: la provvisoria permanenza di un’infrastruttura in legno – Pag. 108
– Orma architettura. Patrimonio, memoria e innovazione in quattro progetti in legno – Pag. 114
– L’attività edilizia come industria. Dall’impresa tradizionale all’“impresa enciclopedia” – Pag. 120
NOTIZIE – Pag. 126
LIBRI – Pag. 128
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