È nota a tutti la portata del fenomeno di crescita urbana che sta investendo la Cina con una accelerazione che in soli vent’anni ha permesso di costruire quello che in Europa è stato fatto nell’arco di un secolo. Un fenomeno con le sue criticità, dovute alla scarsa qualità edilizia e urbana e alle conseguenze a livello ambientale, ma anche con lati positivi come avere offerto
l’ opportunità di una grande libertà espressiva e di significative sperimentazioni architettoniche sia a livello dei linguaggi che dell’innovazione costruttiva. Ad oggi, per diverse ragioni, questo clima di grande euforia sembra stia iniziando a cambiare, dando spazio a nuovi indirizzi culturali e tendenze architettoniche. I testi e le opere raccolte in questo numero intendono documentare questo nuovo corso, forse ancora poco manifesto, dell’architettura in Cina, ponendo a confronto l’operato di studi internazionali, sia stranieri come i noti Zaha Hadid e MVRDV, che cinesi come Vector Architects e MAD Architects, con quello di studi cinesi attivi principalmente in patria, portatori di una nuova sensibilità e approccio al progetto e alla trasformazione del territorio.
Si tratta di un gruppo sempre più numeroso di architetti che, coniugando la lezione del Moderno, appresa soprattutto dall’Occidente, con una coscienza ecologica, riscopre elementi, forme, materiali e sistemi costruttivi locali per declinarli in un linguaggio misurato, essenziale, basato sulla tettonica e le relazioni con il contesto e che, attraverso il progetto, esplora i significati più autentici del mestiere di architetto, inteso come portatore di valori culturali e simbolici legati al rapporto tra l’uomo e il proprio ambiente. La maggior parte di questi architetti, come ad esempio Amateur Architecture Studio, TAO, Cui Kai, Rural Urban Framework, non opera nelle grandi città ma in aree più esterne, ancora rurali e nei villaggi dove non si adotta il principio della tabula rasa ma ci si pone il problema di come operare in continuità con l’esistente.
ARCHITETTURA CONTEMPORANEA IN CINA TRA SVILUPPO ECONOMICO E DINAMISMO CULTURALE – Pag. 6
Mario Pisani
INTERVISTA A SUN YI DONG – Pag. 13
a cura di Mario Pisani
CULTURA CONTEMPORANEA E RICERCA ARCHITETTONICA. IL RUOLO DELLA CHINA ACADEMY OF ART AD HANGZHOU – Pag. 18
Yang Xiujing
UNA NUOVA GENERAZIONE DI ARCHITETTI PER UNA NASCENTE MODERNITÀ RURALE IN CINA – Pag. 24
Francesca Berni
LA CONSERVAZIONE NELLA DIALETTICA TRA ORIENTE E OCCIDENTE. IL MUSEO DELLE PIETRE PERDUTE DI WENZHOU – Pag. 32
Guido Montanari
Vector Architects – CENTRO CULTURALE ALLA NANKAI UNIVERSITY, TIANJIN – Pag. 40
L’Haibing Center della Nankai University nasce per fornire a un campus universitario e al centro della megalopoli di Tianjin uno spazio multifunzionale destinato a ospitare corsi, conferenze, mostre ed eventi culturali. L’edificio nasce come rifunzionalizzazione di un padiglione adibito a mensa, costruito nel 1952 e caratterizzato da muri perimetrali in mattoni laterizi e da una copertura a volta ribassata. Intorno alla preesistenza vengono disposti tre nuovi volumi. A nord, un padiglione destinato agli
alumni; a ovest, in adiacenza alla vecchia mensa, è collocata una nuova manica, impostata strutturalmente su
pilotis che sorreggono un sistema di passerelle. La scala a profilo spiroidale diventa il dispositivo architettonico e scultoreo che plasma lo spazio e che indirizza il visitatore verso il piano superiore dove un nuovo volume sospeso accoglie una galleria espositiva.
MUDA-Architects – RISTORANTE NEL VERDE A SASHENG, CHENGDU – Pag. 52
La sfida principale che lo studio MUDA ha fronteggiato a Sansheng è la necessità di conciliare l’intervento con il paesaggio naturale di grande fascino che lo circonda. Sviluppato complessivamente su 290 metri lineari, il nuovo ristorante inscrive uno stagno naturale ed è contornato a sua volta da un bosco di eucalipti. La struttura occupa tutto lo spazio tra l’acqua e gli alberi, acquisendo le forme determinate dal lotto disponibile. L’integrazione in uno scenario a così forte connotazione naturalistica ha determinato le scelte formali e costruttive. Il rispetto per il paesaggio si traduce in una struttura dall’impatto minimizzato. I progettisti hanno fornito alla manodopera locale le indicazioni di tecnologie e tecniche semplici coordinando poi ogni fase con le maestranze. L’acciaio – sia per i sottili pilastri che per la copertura – è risultato essere la scelta migliore.
OPEN Architecture – MUSEO DI ARTE CONTEMPORANEA A BEIDAIHE, QINHUANGDAO – Pag. 58
Costruito tra le dune di una spiaggia che affaccia sul Mar Giallo, il museo si compone di una sequenza di stanze ipogee, dalla geometria amorfa, tra loro connesse e coperte da strutture che, a prima vista, appaiono come sistemi voltati in calcestruzzo. La complessa geometria tridimensionale di ciascuna pseudo-volta è stata ottenuta mediante una cassaforma lignea realizzata mediante l’accostamento di doghe di legno di piccole dimensioni e, nel caso dei settori caratterizzati da curvature serrate, con materiali elastici. La trama superficiale irregolare e imperfetta lasciata dalle impronte generate dalla cassaforma consente che il processo costruttivo risulti ben visibile. Un’onestà costruttiva esaltata ulteriormente da una verniciatura bianca pensata per consentire alla luce di venir diffusa nel miglior modo e, al contempo, di esaltare l’elaborata superficie del calcestruzzo.
BLVD International – PARCO SULLA RIVA DEL FIUME YI A YINCHUAN, NINGXIA – Pag. 66
Il progetto dello studio BLDV International dimostra come il disegno di una riva può diventare un’occasione per parlare di paesaggio come costruzione del rapporto fra natura ed artefatto. Gli stessi progettisti sostengono che l’intervento del parco voglia riequilibrare un’area il cui rapido sviluppo ha implicato una crescita squilibrata tra costruito e vuoto, fra funzioni urbane e spazi aperti pubblici. Il lungo camminamento che si snoda sul bordo del fiume Yi è un nastro sospeso tra bordo solido della terra e materia liquida del fiume ed esprime molto bene come la costa sia un luogo dotato di un suo spessore specifico e di una sua profondità abitabile. L’elemento lineare duplica la costa ma se ne discosta, valorizzando l’esperienza del paesaggio e la partecipazione attiva alla costruzione dello spazio che si attraversa.
Studio Cardenas Conscious Design – PADIGLIONE ALL’ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DI ORTICULTURA DI PECHINO – Pag. 72
L’INBAR Garden Pavilion si pone programmaticamente come un ponte tra architettura e natura. Il padiglione è stato realizzato per INBAR (International Network for Bamboo and Rattan) in occasione della Beijing International Horticulture Exhibition 2019 per promuovere l’uso del bambù nelle costruzioni e nel design.
Il progetto è caratterizzato da tagli incisi nel terreno che, sollevandosi in una serie di strisce parallele, danno profondità, continuità e ordine allo spazio. Il giardino si solleva in corrispondenza di essi grazie a grandi archi in bambù, andando a costituire, senza soluzione di continuità, il tetto del padiglione. In questo modo viene richiamata una forma organica, per la cui realizzazione sono stati impiegati 5.000 pali di bamboo. La costruzione si inserisce in un’area esterna verde che costituisce una parte integrante e fondamentale del progetto.
Zaha Hadid Architects, ADP Ingeniérie – AEROPORTO INTERNAZIONALE DI PECHINO-DAXING – Pag. 78
Inaugurato nel settembre 2019, il Beijing Daxing International Airport è oggi il più grande terminal del mondo e stabilisce un nuovo standard nei servizi di trasporto aereo divenendo un catalizzatore per lo sviluppo economico di Tianjin e provincia.
A supporto del terminal, un centro di trasporto multimodale di terra offre collegamenti diretti con il centro di Pechino attraverso servizi ferroviari locali e nazionali. È un’architettura a configurazione radiale articolata in 6 ali che si estendono da un nucleo centrale a più livelli guidando i passeggeri attraverso le zone di partenza, arrivo o trasferimento. La distribuzione è un elemento ordinativo dell’architettura, che trasforma lo spazio logistico aeroportuale in un organismo urbano in cui i movimenti di viaggiatori e merci fluiscono verso l’interno mentre il progetto fluisce verso l’esterno. Da un punto di vista spaziale, il BDIA mette in campo un concetto compositivo radicale che organizza gli ambienti mediante principi contrapposti: pieno/vuoto, pesante/leggero, opaco/trasparente/, aperto/chiuso.
La composizione genera una sequenza di geometrie dinamiche in cui le linee divengono esperienza concreta indipendentemente dalla fisicità dei materiali.
MVRDV + Tianjin Urban Planning and Design Institute – BIBLIOTECA BINHAI A TIANJIN – Pag. 86
La biblioteca di MVRDV, con i suoi 34.000 metri quadrati dedicati alla lettura, è sede di una delle più grandi collezioni librarie pubbliche al mondo. Un’abbondanza palesata già nel grandioso foyer che fa dei libri i protagonisti della costruzione e dell’immagine dello spazio. L’ossessivo vortice di ballatoi, gradinate e mensole dà vita a un ventre pulsante ininterrottamente percorso da tomi; il tutto gravita intorno a una sfera luminosa al cui interno si cela un auditorium. Sopra il globo, un’apertura zenitale offre luce naturale all’atrio e agli spazi fruibili dei piani superiori. La scansione del paesaggio interno sembra proseguire anche fuori, dove il ritmo dei ripiani si traduce con precisione nel ritmo degli elementi frangisole. In prossimità dell’atrio, due occhi vetrati su fronti opposti smaterializzano i prospetti in una facciata vetrata che spalanca la vista sull’interno.
MAD Architects – TEATRO DELL’OPERA A HARBIN – Pag. 96
La Harbin Opera House si trova su un’isola di quasi 2 chilometri quadrati e l’accesso avviene tramite un ponte che conduce a una piazza pubblica. Il complesso ospita una sala principale con 1.600 posti a sedere e una più raccolta per 400 spettatori ed è rivestito da bianchi pannelli in alluminio. In corrispondenza delle sale, due vetrate con struttura a losanga si estendono per tutta l’altezza dell’edificio, mettendo in relazione l’esterno con l’interno. Alternando superfici lisce e sfaccettate, le vetrate esaltano l’andamento curvilineo dell’edificio. Entrambe le sale godono della luce naturale: la principale è dotata di un lucernaio sopra la galleria, mentre quella più piccola ha un’ampia finestra panoramica dietro il palco. Progettata dallo studio MAD Architects di Pechino e completata nel 2015, è stata concepita come un elemento naturale, parte integrante dell’ambiente in cui è inserita.
ARGOMENTI
– Valerio Olgiati. Baumeister. Architettura come costruzione di un pensiero – Pag. 106
– Costruire sul costruito: il nuovo Meeting Center della sede di Ghella Spa – Pag. 114
– African Fabbers House – Pag. 118
LIBRI – Pag. 121
NOTIZIE – Pag. 122
INDICE 2019 – Pag. 125
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