Questo numero raccoglie una selezione di opere significative realizzate in Italia nel corso degli ultimi cinque anni contribuendo, in continuità con “Made in Italy 1” (n. 423/2012), alla costruzione di un luogo di osservazione delle strategie della ricerca sul progetto urbano nel nostro paese. Gli interventi presentati condividono il tema delle relazioni tra edificio, spazio urbano, paesaggio come punto di partenza e di forza delle soluzioni architettoniche.
Fondamentali i temi entro i quali si muovono gli interventi presentati, come bene si evince anche dalle due interviste introduttive a Renzo Piano e a Richard Rogers, tutti convergenti su questioni nodali come: stop all’ulteriore consumo di suolo, costruire nei vuoti e riqualificare il patrimonio edilizio esistente, ricucire e trasformare le aree periferiche in parti di città, incrementare, integrare e restituire alle infrastrutture la dignità di opere di architettura fondamentali per migliorare la qualità della vita delle persone. Tema quest’ultimo su cui lavorano lo studio ABDR e i tre progettisti stranieri Oscar Tusquet Blanca, Karim Rashid e Dominique Perrault. Il primo realizza a Roma la stazione Annibaliano della Metro B1 (56) come occasione anche per riconfigurare un grande vuoto urbano, gli altri sono gli autori, insieme ad alcuni artisti contemporanei, delle tre nuove stazioni della Metro di Napoli – Toledo, Università, Garibaldi – (66). L‘infrastruttura di trasporto, costituita in questo caso da una tramvia di collegamento con Firenze, è l’elemento cardine del progetto di Rogers Stirk Harbour + Partners per il Centro Civico di Scandicci (35), un complesso edilizio organizzato come spazio pubblico multifunzionale in grado di rappresentare la nuova identità di Scandicci. Creare spazi urbani sostenibili sotto il profilo ambientale, economico e sociale costituisce l’obiettivo primario dell’intervento di Renzo Piano Building Workshop a Trento (16) e del quartiere di Housing sociale a Milano (44) di Rossiprodi Associati. Infine, la trasformazione dell’ex Vasca Navale a Roma nella sede di alcuni Dipartimenti dell’Università di Roma Tre (86), ad opera di Andrea Vidotto, è un esempio di come sia possibile riattivare una zona abbandonata della città associando la disponibilità di un reperto di archeologia industriale alla domanda di nuovi e più idonei spazi per la ricerca universitaria.
SOMMARIO
MADE IN ITALY 2 – Pag. 4
Marco Maretto
INTERVISTA A RENZO PIANO – Pag. 7
Luigi Prestinenza Puglisi
INTERVISTA A RICHARD ROGERS – Pag. 11
Marco Maretto
L’intervento sull’area ex-Michelin di Trento si estende da Palazzo delle Albere a Via Monte Baldo e dalla linea ferroviaria fino alla sponda sinistra dell’Adige. Da un punto di vista urbano, il progetto ha come fine la costruzione di un nuovo pezzo di città. Gli obiettivi sono da un lato la ricucitura dell’area con il tessuto urbano esistente, dall’altro il recupero del rapporto con l’ambiente fluviale. Inoltre, la creazione di un mix di funzioni (abitazioni, uffici, negozi, spazi culturali, centro polifunzionale e aree ricreative) permette di rivitalizzare un’area che per ragioni sociali e culturali è stata per anni emarginata. Il progetto si inserisce coerentemente nella lunga riflessione che l’architetto genovese ha dedicato al tema della riqualificazione delle periferie.
Il Centro Civico realizzato dallo studio Rogers Stirk Harbour+Partners si propone come nuovo spazio pubblico multifunzionale, capace di rappresentare la nuova identità di Scandicci nel passaggio dallo stato di conglomerato urbano a quello di città vera e propria. Elemento cardine dell’ impianto planimetrico complessivo è la tramvia di collegamento con Firenze intorno alla quale si organizzano le principali funzioni ospitate: residenziale, direzionale e pubblica.
Queste vengono suddivise in altrettanti corpi di fabbrica posti a chiudere i fronti nord e est di piazza della Resistenza. Una ristretta ”palette” di materiali – acciaio, calcestruzzo, vetro e terracotta – riannoda i diversi edifici in un complesso unitario caratterizzato da un’immagine riconoscibile.
L’intervento residenziale Cenni di cambiamento, situato lungo la direttrice di via Novara alla periferia occidentale di Milano, è un insediamento di edilizia residenziale sperimentale basato su un concetto di abitare collettivo sostenibile. Il progetto nasce, infatti, con l’idea di sviluppare un impianto spaziale che possa coadiuvare la formazione, la gestione e la crescita di una comunità sostenibile e integrata nel proprio contesto urbano. L’obiettivo è definire un’architettura per la collettività che, anche attraverso il principio della varietà tipologica, possa rafforzare l’identità del luogo, tutelare l’ambiente e favorire la vita sociale degli inquilini sia del nuovo quartiere che degli insediamenti limitrofi.
La linea B1 è una diramazione dell’originaria linea B che, a partire da piazza Bologna, attraversa aree consolidate prevalentemente residenziali e particolarmente popolose del quadrante nord est di Roma. In questo contesto piazza Annibaliano costituisce l’occasione per riconfigurare un luogo paradigmatico e unico nella città per la stratificazione dei suoi tessuti e la vicinanza al complesso monumentale di Santa Costanza. La stazione si configura come un grande recinto di forma libera, che delimita una piazza ipogea a cielo aperto da cui si ha accesso all’atrio della metropolitana e a un parcheggio interrato. Il muro perimetrale del recinto è rivestito da pannelli di cemento faccia vista, plasticamente modellati da casseforme appositamente studiate, che assumono l’aspetto di blocchi di varia dimensione nelle cui sconnessioni sono collocati i corpi illuminanti.
La Metropolitana napoletana rappresenta la punta massima di quel fenomeno quasi unico in Europa che vede coniugare architetture prestigiose dedicate al trasporto pubblico urbano su ferro e alle stazioni della metropolitana con l’arte contemporanea. Le tre nuove stazioni – Toledo, Università, Garibaldi – progettate rispettivamente da Oscar Tusquets Blanca, da Karim Rashid e Dominique Perrault, sono l’esito di una politica di buon governo indirizzata alla rinascita della città partenopea. A Napoli, grazie al programma “Metrò dell’Arte”, iniziato con le Stazioni “Museo” di Gae Aulenti, “Salvator Rosa” di Alessandro Mendini e “Cilea-Quattro Giornate” di Domenico Orlacchio (già pubblicate sul n.360/2001 de “l’industria delle costruzioni”), ci si può, oggi, spostare da un capo all’altro godendosi architetture magistrali e istallazioni artistiche al prezzo base del biglietto “Unico Campania”.
La trasformazione e l’ampliamento della ex Vasca Navale nei Dipartimenti della Facoltà di Ingegneria di Roma Tre è un esempio di come sia possibile riattivare una zona abbandonata della città, associando la disponibilità di un reperto di archeologia industriale alla domanda di nuovi spazi per la ricerca universitaria. Costruito nel 1929 al Valco San Paolo per le sperimentazioni di architettura navale, il capannone, ai fini della realizzazione del progetto, è stato suddiviso in due lotti funzionali di cui uno solo è stato ad oggi costruito. L’intervento, conservando l’invaso della ex Vasca, lo utilizza come contenitore delle nuove funzioni – aule e spazi per lo studio – inserendo al di sopra una nuova struttura in acciaio la cui forma enfatizza quella del capannone originario.
ARGOMENTI
– Il complesso ENI di Corte di Cadore. Un esempio di villaggio sociale e integrazione ambientale – Pag. 97
– La nuova Università tecnica di Odense in Danimarca. Tra sperimentazione tecnologica e sostenibilità ambientale.- Pag. 108
– Nella pancia della nave. Mostra a Padova su Renzo Piano Building Workshop – Pag. 114
NOTIZIE – Pag. 118
LIBRI – Pag. 122
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