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GIU

2021

Il verde nel progetto della città contemporanea

Sin da quando l’uomo ha iniziato l’opera di antropizzazione dell’ambiente naturale per renderlo abitabile, il verde ha sempre svolto un ruolo complementare a quello del costruito nella definizione della forma e del carattere delle città. Lo spazio naturale non è mai visto in modo separato da quello artificiale: natura e artificio si accompagnano l’un l’altro nel corso della storia, valorizzandosi a vicenda proprio in virtù della loro relazione dialettica. Questo numero apre una riflessione sul ruolo del progetto del verde nelle dinamiche di trasformazione e riqualificazione della città contemporanea alla luce del rinnovato valore che la componente naturale sta assumendo negli ultimi anni a causa dei pesanti processi di densificazione urbana e dei loro effetti sugli equilibri ambientali globali. Tali processi richiedono, infatti, un pensiero strutturato sulla questione degli spazi vuoti a tutte le scale, dal singolo edificio al quartiere al tessuto urbano, confermando la necessità di lavorare sulla porosità, sulle pause tra il costruito per ottenere un ambiente di vita più sano, in grado di offrire opportunità molteplici di incontro e di scambio e rafforzare l’importanza della componente verde nel progetto nella metropoli contemporanea. Il vecchio slogan Greening the city assume pertanto un peso sempre più decisivo nei destini futuri dei nostri habitat, richiedendo un’attenta considerazione delle tematiche riguardanti il rapporto tra aree verdi e costruito nelle varie declinazioni che vanno dalla città consolidata fino al ruolo delle aree agricole intra e periurbane. I saggi presentati nel numero affrontano alcune delle principali questioni legate alla progettazione del verde, tra cui quella particolarmente attuale del progetto degli spazi residuali – aree vuote, di risulta, aree di margine, interstizi -, oggi importanti occasioni per rilanciare la qualità urbana e territoriale nel suo complesso. Per intervenire in questi spazi le categorie tradizionali non sono più sufficienti, gli elementi desunti dalla geografia, dal paesaggio naturale, dai tracciati topografici profondi sono spesso gli unici da cui partire. Il modello insediativo di riferimento non è più solo quello della città compatta ma tiene conto dei valori conformativi del paesaggio naturale e di quello agrario: morfologia urbana e morfologia del paesaggio si contaminano a vicenda generando interessanti ibridazioni artificiale – naturale. Sono questi gli orientamenti progettuali entro cui si muovono i progetti selezionati, spesso riconducibili ad approcci e strategie comuni nonostante l’appartenenza ad aree geografiche differenti.

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