dalla rubrica ÓLTREGENERE, a cura di Lucia Krasovec-Lucas
È soprattutto all’inizio del Novecento che si
sviluppa il fenomeno sociale delle donne
progettiste all’interno di una professione
tradizionalmente maschile.
La loro presenza si lega alle dinamiche della
nuova borghesia emersa con la rivoluzione
industriale, prima negli Stati Uniti e poi in
Europa, e al clima innovativo del Movimento
Moderno, di cui sono protagoniste a partire
dalle sperimentazioni nel Bauhaus.
Per le donne, l’istruzione divenne
maggiormente accessibile e le nuove
occasioni di emancipazione portarono alla
costruzione di una prima generazione
pionieristica nel campo dell’architettura e
dell’ingegneria.
All’epoca le giovani italiane, cresciute in
ambienti sociali colti e progrediti,
approdavano quasi naturalmente alle
Accademie di Belle Arti dove apprendevano
pittura, disegno e le raffinate tecniche
dell’incisione e della xilografia, che le resero
esperte nell’uso e gestione espressiva dei
materiali naturali, in particolare la
combinazione delle essenze arboree.
Alcune di loro divennero progettiste di
arredamento e di edifici.
Le prime Triennali a Monza e a Milano
furono occasione e palcoscenico della
partecipazione attiva femminile al dibattito
dell’architettura italiana.
Alla V Triennale, che proponeva un modello
abitativo ottimale inteso come necessità di
vivere all’aria aperta in mezzo alle piante,
agli alberi e ai fiori, partecipò anche Olga
Sophie Bois de Chesne (1901-1990) che
progettò i giardini delle case per vacanza di
Eugenio Faludi.
Tra le altre pioniere significative, si citano
l’architetto paesaggista Maria Teresa
Parpagliolo (1903-1974), che dal 1930 al 1938
scrisse regolarmente su Domus divulgando
le buone pratiche internazionali per la
pianificazione urbana e la realizzazione di
parchi e giardini, ed Elena Luzzato Valentini
(1900-1983) che con la Parpagliolo elaborò il
progetto di concorso per il Cimitero Militare
Francese a Roma, vincendo il primo premio
(1945).
Questa rubrica si pone l’obiettivo di far
conoscere la storia di progettiste pioniere
per ricostruire una genealogia al femminile,
propedeutica al rinnovamento della
disciplina in una visione plurale.
Luisa Lovarini, Casa
dell’impiegato (Casa del
Dopolavorista), Monza IV
Triennale, 1930
Maria Teresa
Parpagliolo, Elena Luzzato
Valentini, Cimitero militare
francese di Monte Mario a
Roma, 1945