24 Settembre 2024

Pioniere del progetto

dalla rubrica ÓLTREGENERE, a cura di Lucia Krasovec-Lucas

È soprattutto all’inizio del Novecento che si sviluppa il fenomeno sociale delle donne progettiste all’interno di una professione tradizionalmente maschile. La loro presenza si lega alle dinamiche della nuova borghesia emersa con la rivoluzione industriale, prima negli Stati Uniti e poi in Europa, e al clima innovativo del Movimento Moderno, di cui sono protagoniste a partire dalle sperimentazioni nel Bauhaus. Per le donne, l’istruzione divenne maggiormente accessibile e le nuove occasioni di emancipazione portarono alla costruzione di una prima generazione pionieristica nel campo dell’architettura e dell’ingegneria. All’epoca le giovani italiane, cresciute in ambienti sociali colti e progrediti, approdavano quasi naturalmente alle Accademie di Belle Arti dove apprendevano pittura, disegno e le raffinate tecniche dell’incisione e della xilografia, che le resero esperte nell’uso e gestione espressiva dei materiali naturali, in particolare la combinazione delle essenze arboree. Alcune di loro divennero progettiste di arredamento e di edifici. Le prime Triennali a Monza e a Milano furono occasione e palcoscenico della partecipazione attiva femminile al dibattito dell’architettura italiana. Alla V Triennale, che proponeva un modello abitativo ottimale inteso come necessità di vivere all’aria aperta in mezzo alle piante, agli alberi e ai fiori, partecipò anche Olga Sophie Bois de Chesne (1901-1990) che progettò i giardini delle case per vacanza di Eugenio Faludi. Tra le altre pioniere significative, si citano l’architetto paesaggista Maria Teresa Parpagliolo (1903-1974), che dal 1930 al 1938 scrisse regolarmente su Domus divulgando le buone pratiche internazionali per la pianificazione urbana e la realizzazione di parchi e giardini, ed Elena Luzzato Valentini (1900-1983) che con la Parpagliolo elaborò il progetto di concorso per il Cimitero Militare Francese a Roma, vincendo il primo premio (1945). Questa rubrica si pone l’obiettivo di far conoscere la storia di progettiste pioniere per ricostruire una genealogia al femminile, propedeutica al rinnovamento della disciplina in una visione plurale.

Luisa Lovarini, Casa dell’impiegato (Casa del Dopolavorista), Monza IV Triennale, 1930

Maria Teresa Parpagliolo, Elena Luzzato Valentini, Cimitero militare francese di Monte Mario a Roma, 1945

Questo articolo è pubblicato in l’industria delle costruzioni 495 -Premi IN/ARCHITETTURA 2023 – giu/nov 2024
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