ALLESTIMENTI EFFIMERI. POLITICA E CITTA’ NELLA STORIA DI ROMA, DAL SEICENTO ALL’ESTATE ROMANA

saggio introduttivo

Camilla De Boni

Capitale dello Stato Pontificio prima, del Regno d’Italia dal 1871, dell’Impero fascista durante il Regime e finalmente dell’Italia della Prima Repubblica, Roma è sempre stata la città deputata a rappresentare il potere sul piano simbolico più che sul piano produttivo, trovando nell’uso dell’immagine, o meglio nella costruzione di un immaginario, l’elemento strumentale e formidabile della sua autorappresentazione. L’immagine o gli immaginari proposti o imposti sono i filtri attraverso cui il potere chiede alla collettività di essere guardato, riconosciuto e rafforzato. È la politica del largo consenso, necessaria per una società dove a essere larghe sono le divisioni. Se la Roma papale deve affermare la sua assoluta centralità minacciata dai venti della riforma, non basta un alleato come Carlo V a stabilire l’asse di forza tra potere temporale e spirituale, ma è necessario che il popolo si riappropri dei simboli della cristianità…

Continua a leggere

In questo numero

Abbonati alla rivista

Desidero abbonarmi all’edizione cartacea

Sei già abbonato?

Accedi per sfogliare la rivista online