16 Novembre 2024
Grab the City
dalla rubrica ARGOMENTI
La mostra GRAB THE CITY, inaugurata alla
GNAM il 21 febbraio 2024, ha acceso i
riflettori sul Grande Raccordo Anulare delle
Biciclette, il progetto partecipato di un
percorso ciclopedonale di quasi 50 km
promosso da VeloLove e Legambiente che
può avere un impatto importante sul futuro
della città di Roma. Questo anello è infatti
una risposta pertinente nei confronti di un
mondo che chiede soluzioni per far fronte
alla crisi ambientale e climatica. L’idea che la
mostra esprimeva è maturata nell’ambito di
una ricerca di Ateneo che si focalizza sulla
consapevolezza che l’ambiente costruito
incide sulla nostra salute e ha ricadute sugli
stili di vita e, in quest’ottica, la qualità degli
spazi aperti è cruciale nelle città. Le strategie
di trasformazione urbana vanno oggi nella
direzione opposta rispetto al passato:
limitare lo spazio stradale per le auto,
rendere piacevoli e attraenti le aree
pedonali, inserire piste ciclabili, incrementare
le attività all’aperto, incoraggiare soluzioni
che introducano vie verdi e blu nell’ambiente
costruito.
“Afferra la città” recita il titolo della mostra,
con un interessante gioco di parole che
esprime tutta le potenzialità che può avere
questo anello nel ridurre le emissioni di gas
serra, ma anche nella sperimentazione di
nuovi paesaggi urbani, nella conservazione
delle aree naturali e del patrimonio. Un
GRAB che è una via verde, e può diventare
una infrastruttura urbana stimolante e ricca
sul piano sociale e culturale, analogamente a
quanto è accaduto in altre parti del mondo,
dove azioni partecipate come questa hanno
promosso innovative trasformazioni urbane.
Dalla sezione Nature, Federica Salvi, Piazza Maresciallo Giardino e Zirong Zhu e Zhehan Liu, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
La mostra GRAB THE CITY è nata da una
ricerca universitaria del Dipartimento di
Architettura e Progetto della Sapienza che
aveva come obiettivo ragionare sul futuro di
Roma a partire da quattro paradigmi che la
connotano: la porosità, il passato e
l’archeologia, le reti e le enclaves.
La mostra è la rappresentazione di questa
lettura di Roma, di un’idea dell’architettura
intesa come campo dilatato nel quale
entrano le complessità dei sistemi urbani, la
necessità di ragionare in modo globale e
non settorialmente, la responsabilità sociale.
La mostra, quindi, più che una mostra sul
GRAB è stata una mostra su Roma vista
attraverso il GRAB. Da un lato questa
infrastruttura migliora Roma, perché è un
anello per le biciclette che intercetta altri
tracciati ciclabili e li mette a sistema,
rendendo più praticabile ed efficiente
utilizzare quotidianamente questo mezzo di
spostamento. Dall’altro il GRAB, che
attraversa molti quartieri romani, svela
l’incredibile unicità di Roma dove convivono
sacro e profano, maestoso e domestico,
aulico e trasandato. Per noi il GRAB è stato
soprattutto un dispositivo di fruizione e di
lettura della città, che abbiamo raccontato
attraverso 5 “atmosfere”, o condizioni fisiche
ed emotive.
Da sinistra a destra, ANIENE, Alessandra Criconia, Alessandro Lanzetta, con Martina Valentini, Marta Rimedio, Angela Fiorelli, Benedetta Tamburini, Beatrice Gioiosa, FunGRAB, particolare, 2023-24; SERENISSIMA, Alessandra Capuano, Anna Giovannelli, con Sara Radi Ahmed, Antonio Azzolini, Cecilia Visconti Rambla Prenestina e Foresta Serenissima, particolare 2023-24; CASILINO, Laura Valeria Ferretti, Federica Morgia, Andrea Valeriani, con Lisbet A. Ahon Vasquez, Marco Ugolini, Michele Ciccalè, AgroGRAB, 2023-24; TOR FISCALE, Alfonso Giancotti, Luca Reale, Daniele Frediani, con Claudia Ricciardi, Lorenzo Casavecchia, Scolopendra, 2023
Memorie raccontava il
genius loci e la storia stratificata di Roma. Corpi ci parlava di un GRAB come luogo
animato da una molteplicità di attività fisiche
per lo sport e il benessere dei cittadini, esso
stesso corpo ambientale urbano. Nature
raccontava la vitalità e la variabilità dei
paesaggi romani attraversati dal GRAB
riprodotti in 30 wunderkammer dagli
studenti del corso di laurea in Architettura
del paesaggio di “Sapienza”. Immaginari
presentava rappresentazioni dei luoghi
percorsi dal GRAB attraverso gli occhi di
artisti, disegnatori, registi che hanno ritratto i
monumenti, il Tevere e i frammenti di
campagna in città. Comunità indagava le molteplici realtà a carattere
sociale, culturale, sportivo, ludico e
assistenziale che si incontrano percorrendo
questi territori.
Apriva la mostra la sala della CITTÀ PER
ANELLI dedicata alla forma urbis. Una
sequenza di mappe, di progetti e di alcune
fotografie che descrivono la città anulare
come è stata rappresentata dalla Pianta di
Roma al tempo di Plinio fino al GRAB.
Completavano l’esposizione due ultime sale
che mostravano il GRAB come elemento in
grado di proporre non solo una lettura e la
fruizione della città, ma la sua
trasformazione. VISIONI presentava infatti
quattro progetti sospesi tra immaginazione e
realtà che suggeriscono scenari futuri per
stabilire una nuova geografia del movimento,
dell’abitare, del lavoro e del tempo libero.
Il GRAB non lo dobbiamo considerare solo la
costruzione di una strada per le biciclette ma
la realizzazione di una vera e propria
infrastruttura verde, una spina dorsale
anulare in grado di far interagire natura, congiuntamente e non come ambiti settoriali.
Chiudeva questo viaggio la Finestra sul
GRAB, perché anche davanti alla Galleria
Nazionale passa la pista ciclabile. Qui la
Ruota di bicicletta di Duchamp ritrovava il
suo corpo abbandonato. Non più una
macchina celibe inutile e infeconda, ma un
mezzo per percorrere il GRAB come
infrastruttura che garantisce il diritto alla
sostenibilità come nuovo diritto di
cittadinanza e connessione tra passato e
futuro di Roma. Uno strumento per
percorrere Roma che, come scriveva
Pasolini in una lettera allo sceneggiatore
Antonio Altoviti, «intorno è sempre uguale,
piena di meraviglie».
Copertina del catalogo della mostra “Grab the City” che si è tenuta a Roma presso la GNAM, Galleria Nazionale di Arte Moderna, dal 22 febbraio al 1 aprile 2024. Il volume è a cura di Alessandra Capuano, Daniele Frediani, Alfonso Giancotti e Anna Giovannelli ed edito da THLON.
Andrea Jemolo, Viale del Muro Torto, 2017
Questo articolo è pubblicato in l’industria delle costruzioni 495 -Premi IN/ARCHITETTURA 2023 – giu/nov 2024
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