24 Settembre 2024

SCHIATTARELLA ASSOCIATI – Diriyah Art Futures – Centro per le Arti Digitali

dalla rubrica ARCHITETTURE MADE IN ITALY NEL MONDO

“I processi di internazionalizzazione hanno portato, a livello globale, ad un appiattimento delle diversità culturali con una progressiva omologazione dei paesaggi urbani e la perdita di ‘biodiversità’ architettonica. La vera sfida oggi è partire proprio dal valore delle diversità culturali: lavorando sui caratteri distintivi e sulle specificità proprie di ogni luogo”

Il Centro per le Arti Digitali in rapporto con l’insediamento storico e il wadi con il palmeto. Foto: Mohamed Samji

Fin dai primi fascinosi disegni, render iperrealistici e polimaterici plastici del 2013, il complesso del Diriyah Art Futures, appena inaugurato, appariva particolarmente significativo. L’opera realizzata conferma tutte le aspettative, esprime una forte volontà di innovazione negli aspetti compositivi e funzionali. Un’architettura non mimetica, che reinventa il rapporto con il paesaggio. Un complesso architettonico estremamente comunicativo ed emozionale con una infinità di temi poetici. I motivi di interesse sono tanti, dunque, a cominciare dall’inserimento nel contesto urbano. In particolare per la capacità di creare un parametro di riferimento alto per quanto da ora in avanti si andrà a edificare a Riad, città attraversata da un consistente fermento realizzativo, connesso a un altrettanto rilevante trend di crescita demografica. L’intervento è, infatti, parte del piano di sviluppo “Saudi Vision 2030” che celebrerà il centenario di fondazione del regno; una strategia di ampio respiro che sta guidando le trasformazioni economiche, culturali e sociali del paese e che ha consentito allo stato saudita di ottenere l’affidamento dell’Expo 2030. Oggi si sta attuando una pianificazione di ampio spettro che coinvolge importanti studi internazionali di progettazione che stanno ideando e realizzando interventi di grande rilievo, sia per le inedite tipologie innovative, sia per la scala dimensionale. Il cambio di paradigma è avvenuto venti anni fa, fino ad allora le opere realizzate erano landmark urbani fortemente autoreferenziali, immaginati con materiali e linguaggi acontestestuali, che non tenevano conto delle preesistenze storiche e ambientali. Edifici troppo spesso con grandi superfici vetrate, dotati di imponenti apparati impiantistici per il condizionamento climatico, pertanto energivori e poco attenti alle specifiche condizioni geografiche. Quello dello studio Schiattarella Associati è, viceversa, un approccio opposto. Nasce dalla lettura profonda dei valori del luogo, dalla conoscenza e riscoperta delle antiche tecniche costruttive, dei materiali, dei colori e delle atmosfere della cultura insediativa locale. In tal senso il progetto è stato preceduto da una ricerca approfondita, sintetizzata in uno specifico dispositivo tecnico-tipologico: un manuale con linee guida per un’architettura consapevole delle problematiche ambientali, in accordo con le valenze topiche, con la storia dei luoghi e con il contesto urbano.

Il Centro per le Arti Digitali in rapporto con l’insediamento storico e il wadi con il palmeto. Foto: Mohamed Samji

A sinistra, in basso: il passaggio verso il wadi. Foto: Mohamed Samji

Il corpo edilizio di margine e le piazze interne Foto: Hassan A Alshatti

Questo articolo è pubblicato in l’industria delle costruzioni 495 -Premi IN/ARCHITETTURA 2023 – giu/nov 2024
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