SONIA BEATRICE CALZONI– Pag. 98
L’Arsenale, spazio polifunzionale a Milano

L’attuale immagine del manufatto deriva da una disponibilità di volumetria residua sul lotto. Così il capannone che occupava parte del sito si è trasformato in oggetto versatile e gradevole, che però non tradisce le proprie origini. In linea con molti tra i progetti dello studio milanese, anche qui la stratificazione temporale delle parti è dichiarata. Il capannone è palese come presenza, tramite il mantenimento di ingombro e sagoma e gli ampliamenti sono realizzati come volumi aggiunti. Seppur nel rispetto di elementi tipologici, dimensionali e in parte anche materici, l’intervento è molto più marcato di quanto lasci intendere il suo sobrio aspetto.
Completamente stravolto è il funzionamento stesso dell’edificio, dagli aspetti prettamente statici e costruttivi fino alla fruizione e distribuzione dell’interno e alla relazione con lo spazio libero circostante.
Con il progetto si attua infatti una translazione dei piani di calpestio e copertura che modifica nettamente accesso e fruizione. Il piano terra dell’esistente sembra infatti sdoppiarsi, nella riqualificazione, in due nuovi solai, l’uno sopraelevato e l’altro interrato, traslati entrambi di un metro e mezzo rispetto alla quota zero iniziale. Nello spessore vuoto che in tal modo si crea sotto il capannone, in una sorta di basamento invisibile, trova spazio un’autorimessa.


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