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ANNA GIORGI
Ristorante Maru a Milano
Questo grande spazio milanese è un micro-mondo dove, senza enfasi o artifici estetici,
viene messa in scena la cerimonia collettiva della cultura gastronomica giapponese; è uno spazio privo di
gerarchie, un luogo di sosta ma anche di passaggio, di consumo veloce. Il grande edificio che dall’esterno
ha l’impatto di uno store metropolitano, all’interno mescola il linguaggio pop dell’iconografia manga giapponese con la tradizione dei bar americani, in cui il consumo veloce non è privo di un valore socializzante
e comunitario. Una grande cucina a vista occupa una buona porzione dello spazio, le operazioni di preparazione
delle pietanze sono l’azione a cui il consumatore partecipa, e le scelte progettuali hanno dunque il senso di
connotare la scena. I materiali di rivestimento di derivazione industriale, la spazialità fluida, l’illuminazione
fredda, l’uso di grandi immagini serigrafate sono utilizzati per una sorta di funzionalità espressiva capace di
essere riconoscibile senza sovrascritture linguistiche rispetto al rito che si sta compiendo.
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