EDUARDO ARROYO
Stadio di calcio a Barakaldo, Spagna

Il gruppo di giovani progettisti guidato da Eduardo Arroyo ha scelto di elaborare una soluzione architettonica che riducesse al minimo l’impatto visivo che quasi sempre un impianto di queste dimensioni provoca all’interno del contesto in cui si inserisce.
Il ricorso alla metafora delle “variazioni luminose dei boschi” ha suggerito l’idea di una costruzione permeabile allo sguardo, sensibile alle condizioni interne ed esterne, che contrastasse ogni idea di rigidità e monumentalità tramite la creazione di un “muro vegetale fittizio”, formato da migliaia di lamine di acciaio infisse lungo il perimetro dell’edificio.
Il confronto tra natura e architettura e l’interpretazione del tema architettonico dello stadio hanno indotto ad individuare un sistema di moduli variabili e indipendenti tra loro, caratterizzati dal rapporto dialettico tra il profilo irregolare della copertura aggettante in policarbonato e il nastro continuo della chiusura perimetrale in acciaio. L’accostamento di questi due materiali intende anche facilitare l’inserimento dell’impianto sportivo nel quartiere limitrofo, riducendone la massa a favore della massima fluidità di visione e di accesso.

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