Proprio di fronte alla stazione Termini,
principale porta d’accesso alla città di Roma,
sorgono le Terme di Diocleziano, il
complesso termale più esteso che sia mai
esistito, realizzato a cavallo fra il III e il IV
secolo dopo Cristo e rimasto in funzione fino
alla metà del VI secolo. Fra i danni prodotti
dalla guerra greco-gotica, infatti, vi fu la
messa fuori uso della rete degli acquedotti
che alimentava anche questo monumento
straordinario.
La maestosità degli spazi che compongono
l’organismo ha fatto sì che, nel corso dei
secoli successivi, i suoi ruderi abbiano
stimolato la collocazione al loro interno di
funzioni di grande pregio. Gli interventi più
importanti portano la firma di Michelangelo
e consistono nella realizzazione della
Basilica di Santa Maria degli Angeli e della
Certosa di Roma, con il Chiostro grande e
quello piccolo. Altri, di dimensioni
certamente più ridotte, si trovano sparsi
all’interno del tessuto urbano – che nel
frattempo ha divorato buona parte delle
rovine – come la chiesa di San Bernardo alle
Terme e la Rotonda di via del Viminale.
Spicca fra questi ultimi l’Aula angolare
ottagona, la cosiddetta Rotunda Diocletiani
(ex-Planetario della Città di Roma), facente
parte dell’area archeologica gravitante
sull’odierna via Cernaia.
Proprio per la posizione in cui si trova, tale
complesso potrebbe svolgere egregiamente
una funzione di accoglienza e prima
illustrazione del patrimonio storico-artistico
della Capitale per la massa dei turisti
provenienti da ogni angolo del pianeta
nell’ormai imminente Anno Santo 2025.
Un ruolo ipotizzato e avviato a più riprese, ma mai portato davvero a compimento e,
anzi probabilmente, regredito rispetto ai
risultati raggiunti in particolare in occasione
del precedente Giubileo del 2000.
Quell’evento giungeva infatti al termine di
un ventennio che, sotto la guida illuminata di
Adriano La Regina, aveva visto la
realizzazione di ben quattro sedi del Museo
Nazionale Romano oltre alle Terme di
Diocleziano: Palazzo Massimo alle Terme,
Palazzo Altemps e Cripta di Balbo.
Le Terme, in particolare, avevano conosciuto
importanti interventi di consolidamento, di
restauro e di allestimento museale.
All’esordio del nuovo miillennio si trattava
dunque di approfondire l’opera di recupero
e di allestimento degli ambienti del
complesso – ciò che meritoriamente è stato
fatto, pur a ritmi alterni – ma si trattava,
anche, di procedere nella realizzazione del
progetto complessivo di risistemazione del
complesso, predisposto dall’Architetto
Direttore dell’Ufficio Tecnico della
Soprintendenza Archeologica di Roma
Gianni Bulian.